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Il benchmarking

Migliorare grazie al confronto con gli altri.

Benchmarking divenne un'espressione del gergo economico-aziendale negli anni Ottanta e Novanta, quantunque essa dipenda da tecniche sviluppate dal movimento per la Qualità.

Il principio sottostante al benchmarking è molto semplice. Se volete migliorare un particolare aspetto della vostra organizzazione o del servizio da essa fornito, trovate altri soggetti reputati di grande abilità nell'attività che desiderate migliorare e servitevene come punto di riferimento rispetto al quale aumentare i vostri standard. Si tratta, in effetti, di un modo per migliorare la performance facendo da sé.

Può essere considerato uno strumento principe della Qualità perché, puntando al miglioramento continuo, si ispira ad uno dei suoi 8 principi portando chi lo utilizza a migliorare imparando dagli altri.

Si può dire che le aziende si siano sempre "spiate" una con l'altra, soprattutto all'interno del medesimo settore di business. Il benchmarking vero e proprio, però, nasce verso la fine degli anni '70 - inizio anni '80 quando Xerox e le prime grandi imprese iniziarono a sviluppare la disciplina del confronto, uscendo dai limiti del settore di appartenenza.

Il procedimento tipico prevede la raccolta di un database degli indicatori di performance attinenti al caso in esame, attingendo i dati da attività affini svolte in altre parti dell'azienda e in altre aziende. Le informazioni così ottenute vengono poi utilizzate per confrontare le prestazioni dell'unità che si sta analizzando con il ventaglio di esperienze fatte altrove.

Nel benchmarking si possono utilizzare tre tecniche differenti:

  • Tecnica della prassi migliore: questa tecnica, utilizzata con successo negli ultimi quindici anni, prevede ilconfronto per unità all'interno dell'azienda. Ad esempio, il fatturato per metro quadro di un grande magazzino in una certa zona può essere confrontato con quello di un punto vendita, appartenente alla medesima catena, in un'altra località così come può esserlo il costo unitario dell'energia elettrica, della sicurezza, o di qualsiasi altro elemento di costo determinato in modo tale da essere pertinente al caso in esame.Generalmente, questa best demonstrated practice, per dirla con gli americani, dà luogo a risultati molto divergenti che, in parte, possono essere spiegati dalla mancanza di confrontabilità ma che in larga parte sono attribuibili a tecniche superiori o semplicemente alla maggiore efficienza in una delle localizzazioni.Quest'ultima può essere presa come parametro di riferimento per elevare le prestazioni in tutte le altre.

  • Posizione relativa di costo: l'analisi RCP (relative cost position) prende in considerazione ciascun elemento della struttura dei costi per euro di fatturato dell'azienda X confrontato con lo stesso elemento nell'azienda concorrente Y.Una buona analisi RCP è difficile da fare ma è molto valida, tanto per la sua capacità di indagine delle strategie dei concorrenti quanto per la riduzione dei costi

  • Miglior prassi affine (best related practice): è una tecnica simile alla BDP ma in questo caso il paragone viene fatto con aziende collegate (generalmente non concorrenti), nelle quali i confronti diretti si possono effettuare attraverso la collaborazione fra imprese per raccogliere e confrontare i dati

Le aziende che effettuano il benchmarking con serietà e impegno si avvalgono di una rete di partner sia all'interno dell'organizzazione sia all'esterno, in relazione ad un'ampia gamma di attività. Così, ad esempio, un'azienda manifatturiera potrebbe valutare la propria attività di trasporto e consegna sia rispetto a quella di altre unità di business di sua proprietà sia rispetto a quella di un opeartore specializzato, come un corriere. La stessa azienda potrebbe anche fare il benchmarking dei propri sistemi contabili rispetto a quelli di una società di servizi finanziari e così via.


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